Volevo essere Gisele
Volevo essere Gisele, si’. Ma non per la bellezza (oddio, diciamola tutta, non solo) ma per quella disinvoltura nel portare. Innata direi. Guardatela, con una mano a guidare il quad e con l’altra a tenere il bimbo nel meitai. Perché non so se avete mai provato a guidare un quad – io si’ e mi sono gasata un bel po’ – ma entusiasmo a parte, da manovrare è parecchio pesante. Così quando vedi un’immagine del genere ti dici che si’, sarà stupendo tenere addosso il tuo piccino, e anche facile, per non parlare dell’importanza del contatto madre-figlio.
Mi sono convinta che avrei portato la mia di “piccina” da subito, e ho scelto in regalo una fascia lunga, perché cosa mai ci vorrà a legarsela addosso? Forse avrebbe dovuto farmi riflettere il fatto che esistono dei corsi sul portare. Forse avrei dovuto considerare che, in pieno agosto, fare una legatura a ranocchio non aiuta poi tanto la traspirazione. Forse avrei dovuto pensare che non ho gli addominali di Gisele e che dopo un cesareo non sarei riuscita a portare in maniera “indolore” una figliola alla nascita di oltre 4 kg…
Forse il prossimo, sempre che non nasca carrozzato come l’Inquilina, sempre che non arrivi in piena estate. Anche solo per il gusto di mettere a punto una di quelle legatura, che a furia di guardare tutorial, ho imparato a fare in tempi record.
Comunque non mi sono arresa: non sarò Gisele, ma rimarginata la ferita, ho risolto con un marsupio ergonomico. Certo, non farò mai passeggiate chilometriche con l’Inquilina addosso – no, il peso di una signora, come l’età, non si dice – non guiderò un quad o mi avventurerò percorsi di trekking (magari lo lasciamo fare a Daddyinprogress). Ma almeno riesco a farci la spesa al supermercato o posso portarla quando diventa allergica al passeggino, senza doverla prendere in braccio e lanciarmi in improbabili slalom tra guida del mezzo con una sola mano, Inquilina sull’altra e marciapiedi unfriendly.
Avrei voluto raccontare una romantica esperienza del portare, ma ahimè a volte bisogna riconoscere e accettare i propri limiti… E io volevo essere, ma non sono Gisele.
Questo post partecipa al blogstorming.
2 Responses to Volevo essere Gisele
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L’INQUILINA CONSIGLIA
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ahh ho scritto un post qualche giorno fa http://theswingingmom.com/marsupio-cosa-come-perche/
e tra le altre cose anche io lamentavo la mia totale incapacità e non-disinvoltura nel portare. Mi accontento del mio ergobaby, ma invidia a pacchi!
ahahah! Vado a leggere… Mal comune mezzo gaudio no?!